Vivere il cammino dello yoga gustandone i benefici.
Introduzione
Chi inizia e chi già da tempo pratica yoga ad alti livelli segue un cammino basato su vari aspetti che nel tempo anche di un mese si colgono nel corpo, nella mente e nel nostro aspetto più interiore, quello emozionale.
Lo yoga può essere imparato con serenità e praticato per tutta la vita perché in questo modo non solo il corpo può trarne un grande beneficio, ma è possibile dare vita ad un cammino di conoscenza che interessa la costruzione del sé e della propria spiritualità. Un cammino che offre benefici nel conoscersi interiormente e nel corpo che può durare dal primo giorno che si inizia a tutta la vita.
Si possono imparare asana e tecniche nuove e migliorarle nel corso del tempo, senza aspettative e accettando di non fare violenza nel corpo ma già nel primo mese di pratica yogica si notano dei benefici soprattutto se si pratica con costanza una volta o due a settimana e si dedica in seguito almeno una volta al giorno anche pochi minuti per la meditazione o a qualche tecnica di pranayama (tecniche di respirazione).
I benefici dello yoga nel tempo:
– il primo a beneficiarne è il corpo, dopo già qualche lezione! Il corpo si educa ad essere flessibile, forte e stabile. Ad oggi studi scientifici confermano un miglioramento
delle attività cerebrali, un prolungamento dei geni del nostro DNA a favore di una vita più longeva, la riduzione dello stress (motivo per cui molti si avvicinano per trarre i benefici dello yoga.
Mentre dopo pochi mesi grazie al lavoro isometrico le ossa diventano più forti, si riduce il peso corporeo, migliora la capacità polmonare, si riducono i dolori da atteggiamenti posturali ed emozionali (zona lombare, dorsale e collo), allevia ansia, migliora la concentrazione e la memoria, stabilizza la glicemia e aiuta nella riduzione del rischio di malattie cardiache.
A livello interiore:
La mente impara a rilassarsi e a svuotare il continuo fluttuare dei pensieri, portando l’attenzione al respiro calmo, constante e consapevole. Le tecniche di respirazione (pranayama) aiutano nel dare forza alla presenza del respiro nella pratica e di conseguenza alla vita di tutti i giorni.
Si apprende ad essere fedeli nel restare a proprio agio in una posizione stabile e comoda anche quando è richiesta forza ed equilibrio. Quel trovarsi a proprio agio per praticare solo ciò che fa star bene.
Nei livelli più avanzati una respirazione fluida, lenta e a volte anche sonora (come nella tecnica del Kapalabhati) ossigena il corpo, distende il sistema
nervoso e rende il respiro testimone del momento.
Si impara ad equilibrare i 5 sensi in maniera cosciente: come mantenere una mano sull’addome per percepire il salire e scendere coltivando le sensazioni che coinvolgono corpo e mente in quel movimento, senza proiettarsi altrove.
La metafora che si crea sul tappetino di esercitare senza violenza sul corpo, senza aspettative e competizioni rispettando sinceramente i propri limiti e le capacità, restando qui ed ora è un atto che spontaneamente, dopo anni di pratica, avviene anche nella vita quotidiana.
L’accettazione del corpo e della mente di non cercare la perfezione ma l’appagamento in un asana, come mezzo per fare ciò che rilassa senza pretese.
L’equilibrio e la forza di volontà nel restare in posizioni stabili crea una relazione onesta col corpo, si accettano abilità e limiti.
Coltivare fiducia interiore nelle posizioni di equilibrio o più intense, ascoltando i segnali interiori e del corpo.
Imparare ad ascoltare ciò che accade, restando in collegamento con il respiro. Una profonda esperienza con il proprio io.
La pratica abbraccia la crescita e l’individualità, poiché scoprire ciò che fa star bene diventa un percorso personale.
Imparare a prestare attenzione al momento presente senza cercare di cambiarlo, diventando consapevole della situazione in cui ci si trova nel restare nella posizione.
Un cammino che inizia nel corpo, passa dalla mente ed arriva ad interiorizzarsi nell’aspetto personale dello yogi.
Francesca Pocci